Tornata dalle vacanze con un voluminoso bottino di cibarie che man mano cucinerò e di cui vi racconterò, riprendo oggi a scrivere di ricette che fanno parte dei miei ricordi.
Questi gnocchi adatti alle temperature ancora calde di questi giorni, si ispirano alla ricetta segretissima di un ristorante sul monte Amiata in Toscana, i fiocchi di neve, e sono un connubio di morbidezza con una giusta umidità che li rende adatti ad accogliere dei condimenti preferibilmente leggeri, poco persistenti, come le zucchine saltate o una delicata salsa di pomodoro e basilico o anche burro e salvia.
Nel mio caso ho sostituito le patate degli gnocchi e parte della farina con farina di mandorle precedentemente tostate e poi macinate, ma volutamente lasciate con una consistenza granulosa perché mi piace sentire quel crunch quando li mangio.
Ho usato ricotta vaccina perché quella di pecora non mi piace, ma ho comprato la migliore in commercio nella zona di Trieste, quella dell’azienda agricola di Zidaric.
L’azienda si trova a Prepotto, in Carso, e non sarebbe lontano da casa se non fosse per la mia poca praticità per quei luoghi e per l’assoluta mancanza di qualsiasi tipo di segnaletica che la indichi . Più volte mi son ritrovata a vagare per spazi agresti sconosciuti prima di riuscire a ritrovarli, ma ne vale la pena, perché oltre alla ricotta e allo jogurt davvero sublimi persino per una non appassionata di formaggi come me, il caseificio rappresenta la mecca per chi conosce lo Jamar, un divino formaggio di latte crudo stagionato in grotta ( jama in lingua slovena ), ottimo da mangiare da solo accompagnato da un buon vino muffato o da un passito, ma anche adatto a connotare e rendere speciale un’ insalata verde con frutta fresca come le pere o i fichi.
Giulio Cusma, lo chef e proprietario del mio ristorante preferito qui in città – Nero di seppia – prepara con lo Jamar una fonduta che serve con finocchi bolliti e poi gratinati: de- li -zio -si.
Ecco la ricetta:
400 gr di ricotta di ottima qualità,
1 uovo intero e 2 tuorli,
100 gr di farina
60 gr di farina di mandorle tostate ( se la macinate voi, lasciatela un po’ grossa),
60 gr di parmigiano reggiano grattugiato,
sale, pepe, noce moscata
Setacciate la ricotta in una ciotola capiente e aggiungete gli altri ingredienti, controllate che il sale sia giusto ( considerate circa 2 cucchiai da caffè), e mettete a riposare.
Formate delle palline della grandezza di una piccola noce e mettetele in un vassoio da portata sopra della carta da forno, oppure in un piatto.
Fate bollire l’acqua e dopo averla salata versateli un po’ per volta nella pentola con l’acqua in leggera ebollizione. Appena vengono a galla tirateli su con la schiumaiola e conditeli.
Note:
Come vedete la ricetta è semplicissima, considerate che l’impasto non formato si presta ad essere conservato fino al giorno dopo e anche gli gnocchi già cotti possono esser messi in un secondo tempo in forno a gratinare con un condimento.
Dovete considerare che l’umidità della ricotta varia a seconda della qualità e dalla tipologia, dunque potrebbe esserci bisogno di tarare la quantità della farina aggiustandola fino a rendere l’impasto lavorabile. Cercate di non esagerare, ma di lasciarlo piuttosto morbido e con il sapore della ricotta ben percepibile, e considerate che con un minimo di attesa in frigorifero l’impasto tenderà a rassodare.
Io condisco gli gnocchi con zucchine saltate in poco olio anche con il loro fiore se è stagione, e poi metto parmigiano e pepe, ma secondo voi non sarebbero ottimi anche con quella fonduta di Jamar di cui sopra? E con i porcini freschi che arriveranno con le prime piogge?
Dovrò provarli, fatelo anche voi!
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